Prima di tutto è opportuno e quantomai doveroso specificare che cosa sia una tablatura e quale sia la sua ragione d’essere: la tablatura è un espediente di notazione musicale, nato per semplificare la lettura ai musicisti alle prime armi o con approccio autodidattico allo strumento.

Tutti sanno che la musica viene scritta e letta universalmente mediante l’uso di un pentagramma, una schematizzazione che prevede di disporre tutte le note intorno a cinque righe orizzontali, ed in cui a fare da determinante è la posizione della nota stessa; difatti la sua collocazione ci informa riguardo il nome della nota, la simbologia riguardo la sua durata e la matematica ci permette di contestualizzare il tutto in un ambito temporale.

I “limiti” di questa schematizzazione (avrei potuto aggiungere qualche virgoletta) sono due:

  1. Richiede anni di studio e pratica per poter essere maneggiata a dovere.
  2. E’ impossibile da trascrivere digitalmente utilizzando i soli caratteri della tastiera di un qualsiasi computer (richiede un supporto o un apposito programma).

La tablatura aiuta proprio in questi due sensi: è immediatamente comprensibile, difatti basta solo capire il meccanismo senza che vi sia niente da imparare, ed è trascrivibile con i soli caratteri della tastiera per pc, aspetto fondamentale che ne ha largamente favorito la diffusione su internet.
Ovviamente non può essere paragonata al pentagramma: mentre leggendo quest’ultimo si capisce tutto su come eseguire un determinato brano, la tablatura è in grado di fornire informazioni solo sommarie tant’è che, senza l’ausilio della relativa traccia audio o comunque senza aver bene in mente il brano che ci si appresta ad eseguire, risulta pressochè inutile.

Ecco di seguito quali informazioni possiamo trovare leggendo una tablatura:

  • Quali note eseguire (e meno male…)
  • Come suonarle (la tecnica di esecuzione, dalla plettrata semplice al tapping, dal vibrato al bending e così via…)

Purtroppo però non ci viene fornita alcuna indicazione ritmica/temporale di ciascuna nota, ovvero in altre parole:

  • Non possiamo sapere quanto durano le note.

Come accennato prima, per sopperire a questa pesante mancanza, chi legge una tablatura deve quindi avere sottomano una riproduzione audio con l’esecuzione che si appresta ad emulare, o altrimenti deve conoscerne “ad orecchio” ogni dettaglio (cosa possibile per pezzi facili, tutt’altro invece con l’aumentare della difficoltà d’esecuzione).
Non soltanto, bisogna anche considerare che il pentagramma è un metodo universale, utile alla scrittura e comprensione musicale a prescindere dallo strumento musicale utilizzato; la tablatura invece è riferibile alla sola chitarra o basso.

In altre parole, possiamo guardare alla tablatura come ad un approccio informale alla lettura musicale.

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L'autore del post

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Alberto Moneti
36 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).