korg radias

Nonostante negli ultimi 5 o 6 anni nel campo dei synth si sia sviluppata una tendenza al design “vintage”, Korg nel 2006, lanciando il modello Radias, se ne distaccava in tutto e per tutto; non solo, ad uno sguardo puramente estetico il Radias incarna l’evoluzione dell’MS-2000B, nato appena 3 anni prima, un modello che di retro non ha davvero niente.

Per dirlo in altri termini è un modello che, in ciascuna delle sue parti, si nota eccome.
L’avvenieristico blocco del pannello comandi (grigio metallo, con knob retroilluminati di giallo e tasti di selezione rossi) può essere sistemato dietro la tastiera permettendo all’utente tutte le possibilità di allineamento, mentre la parte elettronica entra giusta in un cabinet rack alto 4 unità, il quale però può essere acquistato ed utilizzato indipendentemente dalla tastiera vera e propria.

korg radias 2

Struttura tecnica

Il motore di sintesi sfrutta la tecnologia KORG MMT (Multiple Modeling Technology) e permette la riconfigurazione veloce degli oscillatori secondo precisi modelli di comportamento digitale.
L’utente ha a disposizione 256 locazioni timbriche (ciascuna contiene un Program articolato su quattro timbri indipendenti per zona MIDI di ricezione, comportamento sonoro, gestione eventuale della modalità Drum), Vocoder audio a sedici bande, dual step sequencer programmabile a 32 step each one, arpeggiatore.
Ciascun Program contiene quattro sintetizzatori indipendenti, in grado di emettere un timbro diverso accedendo alla polifonia totale di 24 voci simultanee.

Gli effetti sono ben equilibrati, per cui sono intelligentemente sistemati e non si corre il rischio di perdercisi. Idem per il vocoder, che è di impatto immediato, ed i preset a disposizione sono raggiungibili in un batter d’occhio.
Qui apriamo una interessante parentesi: tramite un microfono a condensatore fornito in dotazione il Radias sfrutta la tecnologia Format Motion Record, grazie alla quale il vocoder può essere controllato a voce, ovvero preregistrando delle frasi e poi innescandovi i comandi.

Tastiera: quattro ottave sensibili alla dinamica ma (è proprio vero che “nessuno è perfetto”) non all’aftertouch.

Connessioni

Porta MIDI In, Out e Thru, porta USB per il trasferimento dati bidirezionale con il PC/Mac (software in dotazione), presa per la tastiera dedicata, due ingressi assegnabili software per switch e control pedal, ingresso dedicato per il microfono a condensatore (indispensabile per far funzionare il vocoder), una coppia di line input per il blocco
modulator del vocoder (selezionabili alternativamente al microfono), quattro uscite audio indipendenti master
ed individual.

Software

Uno dei punti di forza del Radias: tramite l’interfaccia software si ha il completo controllo del vocoder, dell’arpeggiatore, dei tre modulation sequencer e dello step sequencer (quello in comune a tutti e 4 i timbri). In tutto ciò, si può agire anche direttamente sul flusso di dati MIDI per smistarlo sfruttando fino a 5 controller esterni.

Korg Radias sound editor

E’ uno strumento il cui pannello comandi richiede costantemente l’attenzione dell’utente, al quale suggerisco di utilizzare il Radias con la mano destra sulla tastiera e la sinistra sui comandi. Questo perchè il Radias è stato inequivocabilmente progettato e costruito per l’editaggio in tempo reale, dato che tutto tende al richiamo di valori preimpostati.
Ogni componente può essere acquistato a parte: la tastiera da sola costa sui 300-400€, il modulo rack sui 1000€, l’Rd-st stand intorno ai 60€.

 

L'autore del post

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Alberto Moneti
36 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).